Proprio ieri ho salutato un cliente che è con noi da molto tempo, lo chiamerò L.
L. è un bel ragazzo di 35 anni. Libero da impegni sentimentali, sportivo, alto, veste con i suoi jeans vintage e un giubbotto di pelle. Insomma, uno di quei ragazzi che si notano.

Ci mettiamo a chiacchierare, con L. ieri torniamo indietro nel tempo a ricordare i nostri primi incontri.
Mi racconta di come si sentiva prima, quando non portava ancora i capelli.
L. mi dice che stava proprio male dentro, non era per lui solo una questione estetica, bensì avvertiva una rabbia dentro che cresceva di giorno in giorno quando si guardava allo specchio, e non poteva fare a meno di chiedersi: “Perché proprio a me?”.

“Le ragazze neanche le guardavo” – mi confessa – “Mi sentivo preso per i fondelli. Non mi stimavo e temevo che nessuno potesse capire il mio dolore, tanta era l’ansia che mi accompagnava in quel periodo”.
Fino a quando non ha deciso di prendere in mano la situazione. Era troppo giovane per lasciarsi logorare così da un problema, del resto risolvibile.
E allora inizia a girare diversi centri, cercando quello più adatto a lui.

“Lo ricordo come fosse ieri il giorno in cui ho messo i capelli. Credo di aver perso 2 kg quel giorno a causa della tensione. Però dopo, quanto è stato bello? Finalmente il mio desiderio si era avverato, non riuscivo a smettere di guardare la mia immagine riflessa allo specchio e sorridere.”

Rispondo ad L. che è per il risultato di questi racconti che amo il mio lavoro.